Immagini di Buona Estate
È arrivata l'estate. Il periodo più caldo e spassoso dell'anno merita tante belle immagini da condividere ed inviare a chi vuoi bene.
In cosa consiste il solstizio d’estate e come viene festeggiato
Solstizio d’estate: evento astronomico, ma anche giornata di festa in molti Paesi nel mondo, come è dopotutto consuetudine per le giornate che hanno accompagnato l’umanità (e tutte le forme di vita prima di noi) nei millenni.
Cos’è però davvero il solstizio d’estate? Qual è la spiegazione scientifica di questo fenomeno e perché segna l’inizio della cosiddetta “estate astronomica”?
Quando è il solstizio d'estate nel 2024? Il 21 Giugno: l’estate astronomica
Alle 22:50 del 20 Giugno 2024 avverrà il solstizio d’estate del 2024. Questo vuol dire che il giorno più lungo dell’anno è stato già raggiunto, contando ben 15 ore di luce in alcune parti dell’Italia, segnando definitivamente l’inizio della stagione più amata da molti, fatta di sole, mare e tante cose romantiche che, per altri, sono invece l’associazione più diretta al caldo insopportabile che fa rimpiangere le coperte calde e il freddo invernale.
Preferenze a parte, il solstizio d’estate rappresenta in astronomia il momento in cui il Sole è nel punto più settentrionale nei nostri cieli, ovvero che si leva assolutamente più in alto rispetto all’orizzonte.
Dopo aver raggiunto il picco, per via dell’inclinazione terrestre vedremo il Sole tornare sempre più a sud, con la conseguenza diretta di ricevere meno ore di luce al giorno e chiudendo l’estate astronomica il 21 dicembre, proprio con l’avvento del solstizio d’inverno.
Cosa succede in un solstizio e perché avviene
Innanzitutto: perché la data cambia continuamente? Ogni anno il momento per raggiungere lo stesso punto si sposta di 6 ore in avanti, motivo per cui il famoso anno “bisestile” avviene ogni 4 anni, al fine di evitare incongruenze nel calendario, che altrimenti diventerebbe tutto confuso e non rispetterebbe più né stagioni, né tantomeno il conteggio degli anni.
Il solstizio (dalla parola latina solstĭtĭum) viene chiamato così perché in cielo a noi terrestri appare come se il Sole si fosse “fermato”, ma in realtà questo accade perché rimane circa un giorno alla massima declinazione, raggiungendo quindi la minima distanza dal piano equatoriale. Se in questi giorni si decidesse di andare al Circolo Polare Artico, di conseguenza, si potrebbe assistere allo spettacolare evento del “Sole di mezzanotte”, dove proprio all’ora in cui solitamente ogni città del mondo dorme sotto un cielo stellato, nel Circolo Polare Artico si raggiunge al massimo un leggero tramonto, in quanto proprio il giorno del solstizio il Sole non scende mai sotto la linea dell’orizzonte, quindi non “tramontando” mai del tutto.
Di contro, il solstizio d’inverno è esattamente il contrario: alla minima declinazione, il sole appare nuovamente “fermo” in cielo, ma stavolta alla massima distanza dal piano equatoriale. Al Circolo Polare Artico quindi non si vedrà una “goccia” di luce, in quanto la nostra stella non supererà mai l’orizzonte.
Perché questi moti? Il Sole si muove o semplicemente la Terra fa breakdance nell’universo? In effetti il nostro pianeta è un po’ ballerino, in quanto il suo asse di rotazione e il “piano dell’orbita”, ovvero la linea immaginaria che segue l’orbita terrestre, non sono perpendicolari. Se lo fossero, infatti, ci sarebbe un intero emisfero costantemente in un inverno molto rigido (invivibile) e un altro sempre in estate (ugualmente invivibile), con l’unica chance di sopravvivere nelle zone dal clima più temperato.
La nostra Terra quindi differisce fra piano orbita e asse di rotazione di 23,5°, valore che ci permette di calcolare l’anno bisestile e la durata delle stagioni così come facciamo attualmente. In pratica, nell’emisfero boreale l’inizio dell’estate indica anche il periodo dove il Sole comincia la sua “discesa”, che fino al 21 Giugno è invece costante.
L’emisfero australe funziona completamente all’opposto: la nostra estate è il loro inverno, con l’autunno che arriva esattamente fino al 21 Giugno.
Solstizio d’estate: significato esoterico e tradizioni
Il fascino di questi eventi astronomici è, spesso, amplificato dal significato culturale che assumono nelle varie culture sparse per il mondo. Già millenni fa era considerato un giorno particolare, al punto da essere una possibile risposta a misteri ancora irrisolti come la costruzione del cerchio di pietre di Stonehenge: il solstizio sarebbe stato un giorno adatto infatti sia per studiare solstizi ed equinozi, che per rendere omaggio a eventuali divinità… o alieni!
Senza scomodare alieni e teorie estreme, in realtà basta guardare a come il cristianesimo ha tentato di dare un significato simbolico ai solstizi, scegliendo il 24 Giugno come “compleanno” di San Giovanni Battista, che si verifica a 6 mesi esatti dalla nascita di Cristo.
Oggi il solstizio è festeggiato ancora in maniera piuttosto sentita in alcuni Paesi, dove va a significare una giornata di mezza estate, un po’ come il nostro Ferragosto (dove facciamo eccezione noi rispetto gli altri Paesi). In Svezia addirittura volevano farla diventare una festa nazionale!
Fra le feste più sentite, invece, troviamo la Litha, la festa pagana proprio per il solstizio d’estate: una delle più importanti fra gli otto sabbat della tradizione celtica. Fra i Paesi europei troviamo ancora alcuni gruppi in Lettonia che, vestiti soltanto di alcune ghirlande fiorite, festeggiano il solstizio con fuochi, balli e bagni nel lago.
Nella sua accezione più esoterica, invece, il solstizio d’estate è l’inizio del periodo di raccolta e, dunque, un momento di grande carica energetica. Grazie alla rinascita della natura e alla rifioritura, siamo circondati di cariche positive. Una credenza popolare vede questo periodo come quello in cui anche noi umani raccogliamo ciò che è stato seminato nei mesi precedenti, dandoci la possibilità di trascorrere giornate tranquille in futuro.
Equinozi e solstizi: qual è la differenza?
Una grande confusione si presenta anche nella terminologia: alcuni parlano di “equinozio d’estate” e “solstizio d’inverno”, oppure di “equinozio di primavera” e “solstizio d’autunno”. In realtà per capire la differenza basta semplicemente guardare alle parole: “equi”-nozi, in quanto queste giornate hanno un “equi”-librio di ore di luce e buio, divise equamente in 12 e 12.
I solstizi, invece, vedono il Sole “sostare” appunto nel cielo, senza cambiare la quantità di luce durante il giorno in alcune parti del mondo e, a vari livelli, nelle altre.
Così come i solstizi, gli equinozi sono due e si verificano in autunno e primavera, consistendo in una posizione solare che risulta in un’intersezione fra l’equatore celeste (la linea che immaginiamo per quanto riguarda il movimento dell’equatore rispetto al Sole) e l’ ”eclittica”, ovvero il percorso che noi terrestri abbiamo visualizzato per la stella che ci illumina la quale, invece, è immobile. In pratica se vedessimo da Marte la vicenda, potremmo tracciare una linea immaginaria che dal Polo Nord al Polo Sud divide a metà la Terra, trovando che il Sole è completamente perpendicolare all’Equatore, ovvero la metà di questa linea.
Sempre considerando l’emisfero boreale, l’equinozio di primavera e quello di autunno segnano l’inizio di queste stagioni che, però, nell’emisfero australe sono nuovamente invertite.
Vedendo i motivi, si capisce anche perché in estate e primavera la temperatura è più calda: il percorso dell’equatore celeste è più lungo, In particolare, in primavera ed estate si ha un percorso maggiore dell’equatore celeste, con un’esposizione maggiore del nostro emisfero al Sole. Se oggi tutto questo risulta quasi “superfluo”, un tempo i calendari erano basati esclusivamente sullo studio di eventi di questo tipo, facendo diventare equinozi, solstizi e fasi lunari l’unico modo per dare una cadenza all’anno terrestre e, conseguentemente, ai periodi di semina e raccolta.
Non ci rimane quindi che augurarvi un BUON SOLSTIZIO D’ESTATE!